Abbiamo avuto il piacere di intervistare il giovanissimo pasticcere Damiano Cusumano, rappresentate della
Pasticceria Cusumano, che dal 1970 unisce la tradizione alla passione con prodotti straordinari.  Damiano porta alta la bandiera della pasticceria aperta oltre 50 anni fa dal padre ,e che continua ad utilizzare ancora le materie prime di ottima qualità per la fantastica pasticceria.

«È stato mio padre a trasmettermi tutte le tradizioni e le ricette che ancora oggi utilizziamo» e di certo non troveremo
mix di farine preconfezionate dentro il loro laboratorio.

Da dove inizia l’avventura della pasticceria Cusumano?

«Mio padre iniziò più di cinquant’anni fa la sua attività. Avevo solo 10 anni quando
sono entrato io e ho iniziato pulendo le teglie. Forse una gavetta molto breve perché osservavo per bene
mio padre, esperto pasticcere, che mi ha permesso di saltare molti passaggi e imparare in fretta. Nel tempo
abbiamo unito la pasticceria vecchio stampo con quella più moderna».

Qual è stato il primo dolce che hai fatto?

«Il mio primo dolce è stata la sfogliatina: sono dei biscotti in cui siamo specializzati, di cui parte della
preparazione è segreta. La pasta sfoglia, ricetta di mio padre, è stata in seguito accoppiata con la nutella e
la marmellata di albicocche».

C’è un segreto grazie al quale la pasticceria è attiva da così tanto tempo?

«Si e sono prima di tutti i materiali che, come già abbiamo detto, sono prodotti di qualità, lavorati nei
migliori dei modi. Di certo sono importanti anche le novità: mantenere la tradizione ma distinguersi sempre
con nuovi prodotti».

Quali sono i vostri prodotti?

«Partendo dalla Pasqua che ormai è alle porte: il panarello, pastoso e non biscottato, utilizzando la ricetta
della tradizione con prodotti semplici.

Uniamo farina00, zucchero semolato, margarina vegetale, il tuorlo
d’uovo per spennellarlo prima della cottura per dargli colore. Una preparazione molto semplice.

Inoltre
prepariamo anche delle colombine, farcite con pasta di mandorla, gocce di cioccolato e canditi: un dolce
pastoso e morbido ricoperto di glassa bianca e diavolina. Inoltre abbiamo le colombe tradizionali che
facciamo lievitare per 48ore: una lavorazione più elaborata soprattutto dal punto di vista della lievitazione
che richiede temperature costanti che riusciamo a mantenere grazie alla cella di lievitazione. Di certo non
parliamo di lavorazioni industriali quindi il quantitativo è limitato. La colomba la proponiamo con le gocce
di cioccolato, la classica con i canditi, poi abbiamo una nuova versione  ripiena al
pistacchio.  Siamo disponibili a richieste particolari del cliente, come ad esempio solo con cioccolato o
con crema al mandarino e anche con la ricotta, ma di quest’ultima la conservazione è di solo tre giorni.
Ovviamente non ci facciamo mancare le uova di cioccolato e la cubaita e giuggiulena. Quest’ultime le
facciamo tutto l’anno con una ricetta del tutto famigliare nata dalla rivisitazione della cubaita e della
giuggiulena di “Ciccitto”, rendendola più morbida in modo che anche gli anziani possono mangiarla, si adatta

ad ogni tipo di cliente. Per Natale, ci dedichiamo alle collorelle e ai panettoni, con procedure molto
accurate. Cerchiamo di proporre ricette e dolci diversi per ogni ricorrenza».

La situazione pandemica come ha influito sulla vostra attività?

«Purtroppo non lavoriamo al cento per cento ma lavoriamo. Di certo non prepariamo più le grandi torte di
cinque o sei chili perché la gente non si può riunire. Ma in questo momento così duro, il dolce rimane una
consolazione, anche il biscotto davanti al televisore è una boccata d’aria fresca.»

Tuo padre, il fondatore della Pasticceria Cusumano, cosa puoi dirci di lui?

«Di mio Padre ci sarebbe davvero tanto da dire, non è stato solo un papà presente ma un maestro:
facevamo ogni ricetta insieme, anche le cose innovative le abbiamo provate insieme, anche quando
abbiamo sbagliato lo abbiamo fatto insieme. Ancora ora, nonostante lui non ci sia più, lo rivedo in ogni
parte di questo laboratorio, e le attrezzature sono ancora quelle sue. Cambiare un forno che utilizzava lui,
ancora funzionante, è una cosa inammissibile. Da mio padre di certo ho preso anche la passione per questo
lavoro, senza di quella non riuscirei a mantenere orari così duri e rinunciare ad una vita sociale attiva. A
volte lavoro anche nel nostro giorno di chiusura per accontentare tutti i nostri clienti proprio perché
mettiamo passione in ogni nostra preparazione.»

Come vedi il futuro di questa attività che stai portando avanti con tua sorella?

« Io penso che, dopo questo periodo che sta stringendo tutti, spero di poterci anche allargare un po nella
produzione ma ovviamente è tutto da vedere. Di certo non so se i miei figli continueranno il mio lavoro
perché, come già detto, è molto sacrificante, ma se nascerà in uno di loro la passione, di certo sarò felice di
insegnarli tutto come mio padre ha fatto con me. Altrimenti spero che troverà presto la sua strada che lo
renderà felice. Mentre mia sorella è in prima linea, a contatto con il cliente e io sono dietro le quinte per
preparare».

Il nostro augurio è la miglior fortuna ad un’attività di famiglia in continua espansione che mantiene viva la
tradizione trasmessa da padre in figlio e vi auguriamo di riuscire a gustare il prima possibile una delle loro
sfogliatine e tutti i loro dolci.

Per voi una ricetta semplice, anche da fare a casa

Biscotti al latte

170grammi zucchero semolato
125 grammi margarina o strutto
Un pizzico sale
2 uova intere
Vanillina
1 cucchiaio latte fresco
Kg 1 farina 00
Acqua mezzo bicchiere o quanto basta
L impasto deve essere asciutto e morbido
Grattugiare scorza limone un bel po per dare un aroma di limone