Arrosticini abruzzesi dai pastori del Voltigno ad oggi, ecco la storia del piatto tipico di carne ovina della regione colpita da violenti terremoti

Gli Arrosticini abruzzesi dovrebbero essere il motivo della notorietà della regione, ma in tutta Italia conosciamo la regione per i tragici terremoti del 2009. La fauna della regione è svariata: dal simbolo della regione a rischio d’estinzione, il camoscio d’Abruzzo, all’orso bruno, passando per lupo appenninico,cervo, lince, capriolo, arvicola delle nevi, volpe, istrice, gatto selvatico, cinghiale, tasso, vipera e lontra.

Il popolo abruzzese ha una lunga tradizione di pastorizia e proprio di questa regione è originaria la razza canina del pastore maremmano-abruzzese. Ed proprio a dei pastori del Voltigno che si deve il patrocinio degli arrosticini. La tradizione vuole che nel 1930 essi pensarono di tagliare la carne di una pecora anziana a pezzetti e infilarla in piccole bacchette di legno. Tagliandola a pezzi, la carne dura per l’età dell’animale, era più semplice da cucinare e diventava più semplice da masticare. Ancora oggi si cuociono sopra delle griglie particolari che ricordano a forma di una grondaia.

Nel tempo la carne di pecora e castrato è stata sostituita con pollo tacchino o maiale. Ultima versione diffusa sono gli arrosticini di fecte (fegato), ma per diminuire il sapore forte del tipo di carne, si aggiungono foglie di alloro e fettine di cipolla.

Principalmente esistono di due tipologie di arrosticini:

-quelle prodotte in maniera seriale, formati da pezzetti di carne di forma cubica di circa 1 cm per lato, che vengono infilati su uno spiedino di legno lungo massimo 20 cm

-quelle prodotte in maniera manuale o artigianale dove la carne viene tagliata a mano col il coltello, i pezzetti hanno forma e dimensioni irregolari e possono venire messi anche dei tocchetti di carne magra e grassa, sempre ovina

Il piatto al giorno d’oggi è conosciuto e consumato anche fuori dalla regione abruzzese.

Foto articolo: immagine di repertorio

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