TRADIZIONI CULINARIE MADE IN SICILY

Non importa quale periodo dell’anno sia, i siciliani hanno sempre una ricetta per ogni ricorrenza. Collorelle, Panarelli, Bersaglieri, Frutta Martorana … in Sicilia non ci si lecca i baffi mai abbastanza!

Le Collorelle o “Cuddureddi” sono dei dolcetti natalizi tipici di Caltagirone, buoni da mangiare e belli da guardare. Si tratta di biscotti caratterizzati da una sfoglia esterna piuttosto sottile ed un ripieno a base di mandorle tritate, di vino cotto o di miele. Si possono confezionare a forma di ciambelle, a “u”, a bastoncino oppure a forma di lettera. Ad abbellirle ci pensa una piccola pinzetta dentellata con la quale, tirando delicatamente la superficie della pasta, si creano i cosiddetti “pizzichi”. Una spolverata di diavolina non fa altro che colorare questa squisitezza made in Sicily.
Il dolce più diffuso nel territorio calatino durante il periodo pasquale è “il Panareddu”. È un dolce di origine orientale, simbolo della resurrezione di Cristo. Anticamente, durante la Settimana Santa, le donne amano preparare tale specialità dolciaria, un cestino ornato con piccoli grappoli d’uva, uova, pere, mele, fave e colombe. I panieri destinati agli uomini erano i più grandi; per i bambini invece venivano preparati “panareddi” più piccoli, a forma di campanella o di galletto.
Il 2 Novembre, specialmente nella Sicilia orientale, è tradizione consumare i bersaglieri – detti “Totò” o “Sciatori” – ed i biscotti regina. Si tratta di dolci friabili ricoperti di glassa, al cacao o al limone. Un tempo venivano prodotti dai pasticceri zafferanesi per rifocillare gli sciatori che rientravano dalle piste innevate dell’Etna.
Anche la frutta di Martorana è un dolcetto tipico della Commemorazione dei defunti. Per confezionarla, i pasticceri siciliani modellano finemente la pasta di mandorla, in modo tale da riprodurre tanti tipi di frutta e ortaggi in miniatura. Secondo la leggenda, la frutta di Martorana venne inventata dalle monache del Monastero della Martorana – fondato a Palermo dalla nobildonna Eloisa Martorana nel 1194 – che crearono queste piccole opere d’arte culinaria per rimpiazzare i frutti oramai raccolti dagli alberi del loro rigoglioso giardino in vista della visita dell’arcivescovo (o dell’imperatore Carlo V nel 1535, stando ad un’altra versione).